Quando parlo con clienti o non addetti ai lavori in merito ai risultati sponsorizzati su Google, molto spesso l’interlocutore di turno pronuncia la seguente frase: “secondo me non funziona (Google Ads – n.d.r.), io sulla pubblicità non clicco mai“.
Le prime volte che sentivo pronunciare questa affermazione, manifestavo un certo stupore e ancora oggi non riesco a capire se si tratta di un comportamento reale, oppure di una sorta di bluff pokeristico per non far denotare una certa ignoranza in materia, nonostante sia del tutto giustificata. Ognuno conosce il proprio lavoro, io per esempio non saprei come potare a regola d’arte una siepe o men che meno fare un’otturazione dentale.
Cosa fare per capirne di più in merito a questa frase ricorrente? Affidarsi ai numeri!
A parte il fatto (non trascurabile) che Google trae gran parte dei suoi profitti dal programma Ads, una risposta abbastanza esaustiva mi è stata data dalla ricerca “Adults’ media use and attitudes“, condotta da Ofcom nel mercato britannico.
Il 50% degli adulti non riconosce I risultati sponsorizzati di Google
Secondo questo studio, il 50% degli adulti (in Gran Bretagna) non conosce la differenza tra i risultati sponsorizzati e i risultati organici di Google. Sono dell’idea che la percentuale non sia più bassa in Italia, anzi potrebbe essere superiore.
In ogni caso, dalla ricerca emerge che 1 persona ogni 2, guarda la seguente SERP e non conosce la differenza tra i risultati sponsorizzati e quelli organici.
Lo studio
Nell’indagine condotta da Ofcom nel 2015, agli adulti che utilizzano regolarmente i motori di ricerca, è stata mostrata una schermata di Google per la query di ricerca “walking boots”.
Ai 1.328 intervistati è stato chiesto di focalizzare la loro attenzione sui primi 3 risultati, quelli contraddistinti dal box giallo con la scritta “Ad” (in italiano Ann.) e di indicare una o più definizioni migliori tra quelle riportate:
- Si tratta di annunci/link sponsorizzati e/o a pagamento
- Si tratta dei risultati migliori/i più pertinenti
- Si tratta dei risultati più popolari cliccati dalle altre persone
- Altre motivazioni/non so
Il risultato è stato il seguente:
Gli intervistati potevano selezionare più risposte ed è emerso che il 60% degli adulti che utilizzano i motori di ricerca, hanno selezionato la risposta corretta, ma una percentuale simile (il 55%) era insicura ed ha selezionato anche una delle 3 risposte non corrette.
A selezionare esclusivamente la risposta corretta è stato solamente il 49% degli intervistati.
Un dato interessante è fornito dal livello di istruzione e occupazione. Infatti le persone con una più alta istruzione, hanno avuto una percentuale maggiore di risposte corrette (59% contro il 49% della media), mentre le persone con una più bassa istruzione o livello di occupazione, hanno avuto una percentuale sotto la media (36%).
Inoltre sono state messe a confronto le risposte degli utenti che sono entrati nel web da poco con quelli consolidati.
Come ci si poteva aspettare, anche dall’analisi fatta nel mio post pubblicato su Linkedin in merito ai Baby Boomers, gli utenti meno esperti hanno mostrato più difficoltà a capire che i risultati con l’etichetta gialla erano a pagamento.
Risultati sponsorizzati: vengono realmente ignorati?
Tornando all’affermazione iniziale “io sulla pubblicità non clicco mai“, il mio dubbio sul reale comportamento dei non addetti ai lavori rimane, ecco perché:
- Restando alle percentuali della ricerca, almeno 1 persona su 2 (ma anche 1 su 3) avrebbe dovuto dirmi “non sono sicuro di quali siano i risultati a pagamento“, in realtà mai nessuno me l’ha confidato
- Google Ads non sarebbe in grado di generare traffico al sito (cosa assolutamente falsa)
- Il motore di ricerca di Mountain View senza il programma AdWords non avrebbe modo di sopravvivere
In conclusione
- Esiste una grande percentuale di utenti che non conosce la differenza tra risultati sponsorizzati da quelli organici, perciò clicca indistintamente sugli gli uni o sugli altri
- La percentuale di utenti che riconosce i risultati sponsorizzati e che li evita per questo motivo, potrebbe essere significativa. Non a caso la visualizzazione degli annunci a pagamento è in continua evoluzione, ultimo dei test di Google: l’etichetta verde